INFORTUNI E MALATTIE, I PRIMI 8 MESI DEL 2019
09/10/2019

INFORTUNI E MALATTIE, I PRIMI 8 MESI DEL 2019

Buone notizie nel mondo del lavoro: gli infortuni registrati nei primi 8 mesi del 2019 sono, se pur leggermente, in calo rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. I dati raccolti dall’Inail parlano di 416.894 denunce di infortunio sul lavoro (-0,4%), 685 delle quali con esito mortale (-3,9%).

Sono invece in aumento le malattie derivanti dal lavoro. Nello specifico si parla di 41.032 accertamenti sanitari, ovvero il 2% in più rispetto allo stesso periodo del 2018. È bene ricordare che questi dati vanno però presi con cautela, visto che per essere definitivi bisognerà aspettare il consolidamento dei dati dell’intero 2019.

 

Infortuni sul lavoro, i primi dati del 2019

Come abbiamo visto precedentemente le denunce di infortunio sono state 416.894, ben 1.641 in meno rispetto lo stesso periodo del 2018. Quello al ribasso è un trend che riguarda non solo l’ultimo anno: rispettivamente si sta parlando di un passaggio da 357.737 a 353.316 (-1,2%).

Al contrario aumentano però gli incidenti in itinere, ovvero quelli che riguardano lo spostamento casa-lavoro dei lavoratori, con un incremento del 4,6%, da 60.798 a 63.578.

 

I dati divisi per regioni e settori

Secondo i dati raccolti dall’Inail entro agosto 2019, il numero degli infortuni denunciati è diminuito dello 0,8% nel settore dell’industria di servizi, mentre è rimasto stabile nel settore dell’agricoltura.

Invece, le regioni che hanno evidenziato una diminuzione degli infortuni sono: il Nord-Ovest con -0,5%, il Nord-Est con lo 0,7%, il Sud ha registrato il -1% e le Isole un -0,2%. In controtendenza il Centro, che presenta un aumento pari allo 0,7%. Tra le regioni che risultano più attente alla sicurezza sul lavoro troviamo il Molise (7,2%) e il Friuli Venezia Giulia (-2,6%), mentre gli incrementi più consistenti sono quelli di Sardegna (+2,7%) e Umbria (+1,6%).

Le differenze tra i lavoratori e le lavoratrici

Il confronto 2018/2019 ha fatto emergere anche un altro dato che dovrebbe far riflettere in modo particolare. L’aumento dei casi di infortunio che riguardano le donne e la diminuzione invece degli stessi casi dei lavoratori uomini. Più precisamente si sta parlando del -0,7% per i lavoratori, e del +0,1% delle lavoratrici.

C’è anche un’altra differenziazione su cui vale la pena fermarsi un attimo. Dall’analisi per età è emerso un aumento degli infortuni tra gli under 30 del 3,2% e del 2,4% per la fascia che va dai 55 ai 69 anni. In diminuzione invece, sono le denunce per infortuni riguardanti la fascia che va dai 30 ai 54 anni.

 

I casi mortali

Le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale presentate all’Istituto entro il mese di agosto sono state 685. Ovvero 28 in meno rispetto alle 713 dei primi otto mesi del 2018 (-3,9%). Ciò significa che sta avvenendo un’inversione di tendenza rispetto al trend che aveva caratterizzato i primi mesi del 2019 rispetto all’anno precedente.

L’Istituto ha trovato una certa corrispondenza di questo risultato con il dato degli incidenti plurimi, ovvero quelli che causano la morte di due o più lavoratori. Questo ha registrato, fino al 31 agosto 2019, 15 casi, prevalentemente su strada, per un totale di 30 vittime. 

Nei 15 incidenti plurimi avvenuti nei primi otto mesi del 2018, invece, le morti sul lavoro sono state 61, oltre la metà delle quali avvenute proprio in agosto, un mese funestato dai due incidenti stradali avvenuti in Puglia, a Lesina e Foggia, in cui hanno perso la vita 16 braccianti, e dal crollo del ponte Morandi a Genova, con 15 casi mortali denunciati all’Inail.

 

Settori e zone interessate dalle morti sul lavoro

In questo caso la diminuzione dei casi mortali riguarda esclusivamente i settori dell’industria e dei servizi con 29 casi in meno. Mentre in agricoltura è stato denunciato un caso mortale in più.

Dall’analisi territoriale, invece, questo dato in diminuzione è imputabile solo alle regioni del Nord. In controtendenza il Centro e stabile il Sud. A livello regionale spiccano il Veneto (-21 casi mortali denunciati) e la Liguria (-20) e gli incrementi nel Lazio (+18) e nella provincia autonoma di Bolzano (+10).

Le differenze tra i lavoratori

Il dato in diminuzione riguarda sia gli uomini (da 643 a 627) che le donne (da 70 a 58). Per quanto riguarda l’età invece i dati sono i seguenti: tra gli under 20 (-5 decessi), nella fascia 25-44 anni (-20) e in quella 55-69 anni (-49), a fronte di due morti in più per i lavoratori tra i 20-24 anni e di 46 in più per quelli tra i 45 e i 54 anni.

 

Il punto sulle malattie professionali

41.032 sono i casi assoluti di denunce di malattie professionali registrate dall’Istituto nei primi otto mesi del 2019, un aumento del 2%. Queste sono aumentate nei settori dell’industria e dei servizi del 3,5% e diminuite nell’agricoltura del 3,2%.

Questo aumento ha riguardato il Nord Est per un +0,4%, il Centro (+2,4%), il Sud (+2,8%) e le Isole (+8,3%). Il Nord-Ovest, invece, si distingue per un calo del 2,9%.
In ottica di genere le denunce di malattia professionale sono state 392 in più per le lavoratrici, 421 in più per i lavoratori.

 

Quali sono le maggiori patologie

Le patologie del sistema osteo-muscolare e del tessuto connettivo spiccano con ben 25.277 casi, a seguire sono le patologie del sistema nervoso (4.413, con una prevalenza della sindrome del tunnel carpale) e dell’orecchio (2.880) continuano a rappresentare le prime tre malattie professionali denunciate, seguite da quelle del sistema respiratorio (1.799) e dai tumori (1.607).

Circa 300 le denunce di malattie di origine professionale legate ai disturbi psichici e comportamentali e di quelle della cute e del tessuto sottocutaneo, mentre i casi di patologie del sistema circolatorio sono 168.